IL REGNO(EL REINO), di Rodrigo Sorogoyen (2018)

Ancora una eccellente prova d'attore per Antonio de la Torre che nel film Il regno è Manuel López-Vidal, ricco e potente vicesegretario di un "partito" di cui nel film non conosceremo mai il nome né l'identità politica. Ogni spettatore se ne farà un'idea, ognuno potrà riconoscerci eventi, luoghi, personaggi della storia recente, simili, a quanto pare, in molti paesi. 
Il regno di cui si parla, quello che Manuel ha conquistato e alla cui lotta per mantenerlo assisteremo, è il potere da lui ottenuto grazie alla politica e il pericolo di perderlo è dato dal mettersi in moto di un'inchiesta giudiziaria su un giro di tangenti. Un political drama quindi e, allo stesso tempo, un thriller tesissimo, reso adrenalinico dal ritmo martellante della colonna sonora e delle immagini in un continuo alternarsi di pedinamenti e soggettive. Cambiano continuamente anche gli ambienti, diversissimi, che spaziano da quelli dal lusso un po' pacchiano abitualmente ostentati dai cosiddetti vip( ville, yatch, architetture moderniste...) agli squallidi bagni di stazioni di servizio. Come ad alludere a uno scendere -della vicenda personale del protagonista ma anche del sistema sociale tutto- sempre più in basso, quasi suggerendo che tutto è uguale dappertutto,  tutto è corrotto. E poi certi affari, si sa, richiedono discrezione. 

Magnifico attore de la Torre , viso astuto da furetto, occhi mobili a suggerire il lavorìo della mente velocissima, prensile, astuta. Poche invece le parole, quelle che servono per arrivare al punto.
Altra efficacissima presenza quella di Luis Zahera (As bestas), nel ruolo qui più che mai del vilain bruttosporcocattivo, dell'imprenditore "cacciasoldi", l'innominabile cui tutti ricorrono ma mai apertamente. 

Bello il duello televisivo finale. Amara, o forse solo realistica e non solo per Manuel, la conclusione.

Il sistema è chiuso, irriformabile.  Anche il ruolo di critica, di controllo che i media devono avere sul potere politico non può più essere esercitato perché risponde ormai allo stesso centro di potere.


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